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Cos’e il digiuno intermittente
Il digiuno tutti sanno cos’è ma nessuno ci fa caso quando lo fa: il digiuno è semplicemente quando non mangi, quindi, per la maggior parte del tempo le persone stanno a digiuno.
Normalmente il periodo più lungo senza alimentarsi è tra la cena e la colazione, quindi 10-12 ore (e molti saltano anche la colazione.
Il digiuno intermittente non è una dieta, ma una modalità con cui la si può affrontare; prevede l’alternanza di fasi di digiuno (o sottoalimentazione) lunghe dalle 16 alle 36 ore a fasi di alimentazione e può comprendere qualsiasi scelta di cibo (paleo, mediterraneo, vegan, vegetariano, zona e chi più ne ha più ne metta).
Quindi niente di particolare e sconvolgente, si aggiunge semplicemente qualche ora al digiuno notturno.
Il digiuno intermittente non ha durata precisa, puoi sfruttarlo come metodica sul lungo periodo ma anche solo per qualche volta a settimana. È chiaro che per digiuno non bisogna intendere giorni o settimane senza mangiare o con poche calorie, entreresti in uno stato di malnutrizione e non fisiologico: per digiuno si parla di periodo in termine di ore senza mangiare, come illustrato precedentemente.
Per chi è abituato a fare 5 o 6 pasti al giorno è difficile passare direttamente a tante ore senza mangiare: è necessario del tempo in cui, gradualmente, ti abitui a mangiare meno volte al giorno, ad esempio iniziando ad eliminare i pasti di metà mattina o pomeriggio.
Una volta raggiunto questo obbiettivo, puoi approcciare con più facilità al digiuno intermittente, in cui il numero di pasti è indifferente: l’importante è che venga mantenuto l’apporto calorico prestabilito e la finestra di alimentazione/digiuno.
Il digiuno imposta un nuovo assetto metabolico e ormonale e, quando ben calibrato, è vantaggioso: aumentano i livelli di GH, il dispendio energetico, la lipolisi e si riesce a mantenere un buon controllo della fame.